L’ABC DEL DIALETTO FIORENTINO: VENVIA!
Impara con Destination Florence le basi per capire e imitare il dialetto fiorentino.
L’Italia è famosa per avere ben 31 dialetti molto, molto diversi tra loro. Delle vere e proprie lingue che distinguono regioni e zone in modo netto e folkloristico. E Firenze non è da meno! Anche se, nel nostro caso, è più corretto parlare di cadenza, non avendo un vero e proprio dialetto. La parlata fiorentina, è immediatamente riconoscibile, e adesso vedremo il perché.
LA C ASPIRATA
Dimmi: una hoca hola hon la hannuccia horta horta? Il fiorentino medio, da quando nasce, si sente dire questa frase infinite volte, negli angoli più assurdi del globo! È una frase inventata per mettere alla prova la C dei fiorentini e dei toscani, e nella versione italiana sarebbe: “una Coca Cola con la cannuccia corta corta”. Facile, no? Ma i fiorentini non pronunciano la C! Questo fenomeno fonetico, chiamato “gorgia toscana”, si pensi derivi dagli Etruschi.
È bene chiarire, però, che il fiorentino ha gli stessi fonemi dell’italiano, e quindi noi possiamo pronunciare la lettera C, volendo, e in molti casi lo facciamo. Ad esempio, quando si imita un fiorentino si tende a sostituire tutte le C con delle H, sbagliando! Le C che si trovano all’inizio di una frase, ad esempio: Come ti chiami? Che fai? Le pronunciamo correttamente. Anche una parola come Carne viene pronunciata bene se non è preceduta dal peggior nemico dei fiorentini: l’articolo! La Harne. Perché sono le vocali che ci rendono la vita difficile!
LA T ASPIRATA
Il segreto di un fiorentino imitato perfettamente è la lettera T. Per quanto sia l’amica sfigata della C, e tutti parlino sempre e solo di quest’ultima, la T è aspirata dai fiorentini tanto quanto, se non più della C. Provate a chiedere a un fiorentino di dirvi la parola “matematica”. Impossibile! Quello che vi dirà, a meno che non si concentri in modo assolutamente innaturale, sarà: mathemathiha. Sempre per colpa della gorgia toscana.
TUTTO MOLTO INO!
Nel dialetto fiorentino si utilizza moltissimo il diminutivo -ino. Quando sei con un fiorentino le cose non sono belle, povere, o poche. Ma sono belline, poverine (o per meglio dire poerine) e pochine (o per meglio dire pohine). Per dirne alcuni. Anche i cognomi dei toscani, infatti, terminano molto spesso in -ini.
ARTICOLI E AGGETTIVI TRONCATI
E infine, se vuoi sembrare un fiorentino doc, devi troncare qualche articolo o aggettivo possessivo qua e là. Ad esempio: Come sta i’ tu babbo? (troncando “il tuo”, e utilizzando senza eccezioni Babbo e non Papà). Oh bellino, che mi passi i’ pane? (bellino si utilizza con gli amici). E ancora, la mì mamma stasera fa la rostinciana.
Adesso sei pronto per cimentarti nella parlata fiorentina, e generalmente toscana. Attenzione però: in toscana ci sono molti dialetti diversi, e un fiorentino a cui dici Boia dè potrebbe storcere il naso, in quanto è un’espressione appartenente unicamente a Livorno e province. Attieniti alle poche regole fondamentali e la passerai liscia!