Firenze: La Nascita Della Lingua Italiana Moderna Grazie Ai Grandi Scrittori Del Medioevo
Dal volgare fiorentino all’italiano come lingua nazionale, Accademia della Crusca e Mundi - il museo nazionale della lingua italiana.
Avete mai sentito dire che “a Firenze si parla l’italiano”? E forse avrete pensato: “ma se non sanno neanche dire la C!”. Eppure è tutto vero, e la mancata pronuncia della C non è rilevante:
leggi i segreti del dialetto fiorentino. Le origini della lingua italiana sono infatti Fiorentine. Infatti, L'italiano nasce a Firenze grazie alla diffusione del suo volgare durante il Medioevo.
La lingua italiana nasce dal volgare fiorentino: Dante, Petrarca e Boccaccio
Dopo la caduta dell’Impero Romano, mentre a Roma si usava ancora il latino come lingua ufficiale, nelle altre regioni il popolo aveva sviluppato varie lingue volgari e quella toscana iniziava già ad essere molto utilizzata per la posizione centrale della regione e la sua importanza negli scambi commerciali.
Infatti, la fioritura economica e culturale di Firenze, che l’avrebbe poi portata ad essere per sempre la culla del Rinascimento dal XV secolo, stava iniziando, e con essa la nascita di alcuni degli scrittori e personaggi più influenti della storia letteraria: Dante, Petrarca e Boccaccio. Dunque, durante il Medioevo, le loro opere scritte in volgare fiorentino divennero così famose e lette che ne conseguì un’influenza enorme sia sull’uso delle parole che sugli scrittori successivi.
Il volgare fiorentino trecentesco si trasforma quindi in una nuova lingua colta, alternativa al latino, e il suo impiego continua con artisti, pensatori e scienziati che rivoluzionano il mondo: Leonardo Da Vinci, Michelangelo, Galileo, Machiavelli, Botticelli, e moltissimi altri. Gli Avengers del fiorentino!
A partire dal Cinquecento, le espressioni "toscano" e "italiano" sarebbero state utilizzate come sinonimi.
La nascita della lingua italiana
Nella prima metà del 1800, la volontà del paese di essere indipendente, libero dagli invasori, e unito contro questi, era ormai dirompente, e il “fiorentino” e il modello letterario di Petrarca, veniva scelto dai letterati come lingua nazionale. La consacrazione definitiva, ed elevazione del fiorentino a lingua nazionale, avvenne grazie ai Promessi Sposi di Alessandro Manzoni (autore milanese) che diventerà il romanzo più famoso e più letto di quelli scritti in lingua italiana. Considerato il primo romanzo moderno, sancisce la nascita della lingua italiana che poi si diffonderà anche nelle regioni in cui si continuavano ad usare dialetti popolari, grazie all’unificazione italiana del 1861, alla diffusione della radio, al mescolamento dei soldati per la prima guerra mondiale, fino all’arrivo della televisione.
Quando viene detto, ancora oggi, che a Firenze si parla l’italiano, si intende che aprendo una qualsiasi pagina del vocabolario, un fiorentino leggerà qualsiasi parola mettendo gli accenti fonici nel modo corretto!
L'Accademia della Crusca
L’Accademia della Crusca nasce a Firenze nel 1583 ad opera di Leonardo Salviati ed è la più antica accademia linguistica del mondo. In Italia e nel mondo l'Accademia della Crusca è uno dei principali punti di riferimento per le ricerche sulla lingua italiana. Quante volte andiamo a leggere cosa ne pensa l’Accademia! Ha sede nella splendida Villa medicea di Castello, visitabile solo su prenotazione in occasioni speciali.Mundi
Museo Nazionale della Lingua Italiana a Firenze
Il Museo nazionale dell’Italiano (MUNDI), il primo grande museo della lingua italiana, è stato recentemente inaugurato a Firenze nell’ex monastero della Santissima Concezione, all’interno del complesso di Santa Maria Novella. Il museo è un progetto del Ministero della cultura insieme al Comune di Firenze e all’attività di un gruppo di lavoro in cui sono rappresentate le massime istituzioni che si occupano dello studio e della promozione della nostra lingua (Accademia della Crusca, Accademia dei Lincei, Società Dante Alighieri, Associazione per la Storia della Lingua Italiana, Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani).
Visitare questo museo servirà a ricordare che una lingua italiana è esistita molto prima che esistesse un’Italia politica: già Dante parlava di una «lingua del sì». Servirà a capire che la lingua non è uno strumento neutro, ma è da sempre lo specchio di una società e l’italiano non fa eccezione. Porta in sé - stratificati - secoli e secoli di storia, ma continua a riflettere - giorno per giorno - l’evoluzione del nostro costume, della nostra mentalità, delle nostre abitudini.
NOTA BENE: Il museo è momentaneamente chiuso al pubblico a causa dei lavori di completamento della struttura e aprirà in forma definitiva entro la fine del 2023.