Dal 22 novembre 2024 al 24 febbraio 2025, il Museo Stefano Bardini di Firenze ospita la mostra Officina Bardini: L’arte del legno, un affascinante viaggio attraverso la tradizione artigianale del legno che caratterizzò i laboratori guidati da Stefano Bardini, il cosiddetto “principe degli antiquari” e da suo figlio Ugo tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento.
La mostra rappresenta il secondo progetto espositivo dedicato al celebre antiquario, dopo l’evento organizzato nel 2022 per il centenario della sua scomparsa. Questa edizione si focalizza sull’abilità artigianale e sulla produzione che rese celebri i laboratori Bardini, veri e propri centri di eccellenza nella lavorazione e nel restauro del legno. Qui venivano creati e restaurati oggetti e arredi in stile, che affascinarono una committenza internazionale attratta dal sogno del Rinascimento italiano.
In mostra una selezione unica di strumenti, disegni e manufatti originali, provenienti dalle collezioni di Palazzo Mozzi Bardini, che entrano in dialogo con le collezioni civiche del Museo Stefano Bardini. Tra gli oggetti più significativi, i visitatori potranno ammirare raffinate tarsie lignee, fronti di cassoni databili tra il XVI e il XVII secolo, cartamodelli, arredi ed elementi singoli destinati a dare forma allo stile rinascimentale, nonché il banco da lavoro originale dei laboratori, restaurato per l’occasione. Sarà poi presentata una ricostruzione evocativa della falegnameria Bardini, che permetterà di immergersi nell’atmosfera degli storici laboratori, dove sarà esposto anche il corredo di strumenti appartenuti all’ebanista fiorentino Orlando Chiarugi, capostipite di una bottega ancora attiva nel restauro del legno.
La ricchissima collezione di oggetti e opere d’arte in legno conservate a Palazzo Mozzi comprende infatti un importante nucleo di elementi costitutivi di mobili, sedute, consolle e altre suppellettili, oltre a decorazioni di cornici, fregi e angolari di cassoni restaurati e prodotti in grande quantità nei laboratori Bardini. Tali manufatti - restaurati o integrati, ma anche realizzati ex novo secondo lo stile di quel periodo - rispondevano pienamente alle esigenze di una ricca committenza internazionale, affascinata dall’arte del Rinascimento italiano e da un gusto che, attraverso oggetti, arredi e costumi ambiva a ricreare atmosfere e ambientazioni di un tempo perduto.